La giornata di ieri, giovedì, è stata molto importante perché pare che negli USA il piano fiscale da 908 miliardi di dollari (proposta bipartisan, ricordiamolo) abbia ottenuto l’approvazione dei repubblicani. L’accelerazione dei contagi e decessi ha sollevato l’urgenza di un altro sostanziale pacchetto fiscale a sostegno dell’economia, altrimenti destinata a contrarsi con forza.
Senza ulteriori aiuti, 14 milioni di lavoratori americani dovrebbero affrontare a fine mese la perdita dell’assicurazione contro la disoccupazione. Ricordiamoci che le restrizioni si sono rafforzate in molti stati nel corso delle ultime settimane, basti pensare che la maggior parte della California è in lockdown.
Il leader della maggioranza al Senato Mitch McConnell, che continua a sostenere che qualsiasi piano fiscale non dovrebbe superare i $500 miliardi, è sotto pressione da tutte le parti, inclusa la Casa Bianca. Si punta a raggiungere un accordo prima della pausa festiva.
Se dovesse essere raggiunto, sarebbe il rally natalizio dei mercati potrebbe proseguire. Diciamo proseguire perché l’azionario americano continua a mettere a segno record su record, ad esempio il e il hanno entrambi chiuso giovedì sui nuovi massimi. L’ ha chiuso poco al di sotto del massimo assoluto del giorno precedente.
Dall’altra parte prosegue il forte deprezzamento del dollaro USA. L’indice del dollaro è crollato a un nuovo minimo da 2 anni e mezzo, incentivato ancora una volta dalla propensione al rischio e dal calo dei rendimenti reali.
Questa potrebbe essere una buona notizia per l’economia statunitense, in quanto il biglietto verde più debole andrebbe a vantaggio degli esportatori americani, ma potrebbe causare mal di testa ai responsabili politici di altri paesi, in particolare a quelli della Banca centrale europea che sono apertamente in svantaggio commerciale con un euro sopra $ 1,20.
Oggi tra l’altro potrebbe essere una giornata molto importante perché avremo gli attesissimi dati sul mercato del lavoro USA.
Intanto sul fronte Brexit pare che la Francia si sia messa di traverso, spingendo i negoziatori britannici a lamentarsi dei “nuovi elementi” introdotti all’ultimo minuto su un accordo ormai in dirittura d’arrivo. Ragion per cui colloqui serrati proseguiranno anche la prossima settimana.
Ieri abbiamo parlato del , oggi possiamo dirvi che l’OPEC + non è riuscito a concordare un’estensione dei tagli alla produzione oltre la fine di quest’anno. I future sul WTI sono saliti sopra i 46 $ al barile, mentre il greggio sta raggiungendo il livello dei 50 $ al barile.
In base all’accordo raggiunto, i paesi OPEC e non OPEC aumenteranno la produzione di 500 milioni di barili al giorno a partire da gennaio e si incontreranno ogni mese per rivedere la situazione in base all’andamento della domanda.