E’ la settimana della FED, in attesa continua la propensione al rischio

da Giuseppe
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Il momento tanto atteso è finalmente arrivato. Gli Stati Uniti, domenica, hanno iniziato le prime consegne del vaccino dopo l’approvazione finale da parte dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Il vaccino Pfizer-BioNTech è arrivato anche in Canada e in alcuni stati arabi come Bahrain e Kuwait.

Mentre la pandemia è tutt’altro che finita con molti paesi che continuano a imporre restrizioni, gli investitori continuano a vedere la luce in fondo al tunnel. Ciò che è stato approvato dagli Stati Uniti è più di un semplice vaccino, si tratta di una vera e propria speranza di ritorno alla normalità.

Wall Street potrebbe iniziare la giornata in territorio positivo, ricordiamoci però che veniamo da una prima settimana di dicembre negativa. I futures guadagnano circa mezzo punto percentuale, mentre il dollaro ha lasciato per strada la maggior parte dei guadagni di venerdì con l’indice DXY scambiato a 90,50 (mentre scriviamo).

L’altro capitolo stringente riguarda la proposta di stimolo fiscale USA, una proposta bipartisan da 908 miliardi di dollari che dovrebbe essere discussa oggi al Congresso. La tutela della responsabilità per le imprese e gli aiuti statali e locali restano i principali punti critici. Tuttavia, ci sono state indiscrezioni secondo cui il piano fiscale potrebbe essere suddiviso in due pacchetti per garantire che le piccole imprese, i disoccupati e i settori più colpiti dalla pandemia ricevano finanziamenti prima della fine dell’anno. In questa fase, qualsiasi forma di aiuto all’economia reale dovrebbe essere percepita come positiva per gli assett a rischio.

Parliamo anche della sterlina, che come avrete notato ha guadagnato terreno dopo che il Regno Unito e l’UE hanno deciso di portare avanti i colloqui commerciali dopo la Brexit. Le questioni irrisolte rimangono le stesse, vale a dire i diritti di pesca dell’UE nelle acque britanniche e l’accordo sulle clausole di non regressione.

Gli operatori sembrano ottimisti sul fatto che un accordo verrà raggiunto prima della fine del periodo di transizione ma va detto anche che uno scenario senza accordo rimane possibile. Dobbiamo aspettarci un aumento della volatilità nei prossimi giorni, con l’avvicinarsi del 31 dicembre, perché dopo questa data il Regno Unito ricadrebbe automaticamente nelle regole dell’Organizzazione mondiale del commercio se non ci fosse un accordo diverso.

Anche la Bank of England, vista la situazione, sarà sotto pressione nel meeting di giovedì. Se per allora non ci sarà alcun accordo, la banca centrale potrebbe prendere in considerazione tassi di interesse negativi e ulteriori aumenti nell’acquisto di asset. È probabile che tutto ciò metta pressione sulla sterlina.




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