cosa sono e perché sono usate

da Giuseppe
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Il fenomeno delle auto fantasma continua a infestare le strade italiane. I rischi sono tantissimi, ma cosa sono e perché sono così usate?

Imbattersi nelle auto fantasma per strada può essere un vero incubo. Si chiamano fantasma proprio perché circolano indisturbate senza curarsi del rispetto delle norme della strada e senza rispettare gli obblighi fiscali. Quasi come se non esistessero. E anzi, questi veicoli sono utilizzati proprio per compiere reati di ogni tipo. I dati delle forze dell’ordine riferiscono di continue retate ai danni di malviventi, ma allo stesso tempo di una continua proliferazione.


COSA SONO LE AUTO FANTASMA

Le auto fantasma – o ghost car secondo la denominazione internazionale – sono quei veicoli intestati a un prestanome che ha poco o nulla da perdere. Almeno apparentemente è tutto regolare. I veicoli sono infatti oggetto di passaggio di proprietà e agli occhi del fisco e delle forze dell’ordine tutto avviene nella trasparenza. Almeno fino a quando il bollo auto non viene pagato, le cartelle esattoriali sono ignorate, la collezione di multe diventa più cospicua o i veicoli rimangono coinvolti in un incidente senza che ci sia alcuna assicurazione da esibire. Le auto fantasma sono insomma quei veicoli guidati da una vasta schiera di individui che vanno dal semplice imbroglione fino ad arrivare al criminale che non vuole lasciare traccia dei propri misfatti.

PERCHÉ SONO USATE LE AUTO FANTASMA

Alla base della ricerca di auto fantasma ci sono due ragioni ben precise. La prima è l’abbattimento delle spese di gestione. Questo tipo di vetture si tiene infatti alla larga dal bollo auto. Stessa cosa per le multe, qualunque sia l’importo e indipendentemente dall’infrazione commessa. Nessun problema allora a trasgredire ogni tipo di regola, parcheggiare senza pagare il ticket o sforare a più riprese i limiti di velocità. Ma che dire della mancata sottoscrizione di una polizza assicurativa? Si tratta forse del principale sviamento per un’auto fantasma. Tutti i veicoli che circolano in Italia devono infatti essere associati a una RC auto che copre i danni causati a terzi da parte del mezzo assicurato. Poi ci sono i gesti plateali commessi dai conducenti delle ghost car, nella convinzione di rimanere impuniti. Uno su tutti è fare rifornimento alle stazioni di carburante per poi sfrecciare a tutta velocità senza pagare. Proprio come se fossero fantasmi, incuranti di essere visti e riconosciuti. E qui si entra nel secondo motivo che spinge all’utilizzo delle auto fantasma. L’organizzazione di furti e rapine, crimini e reati senza la possibilità di essere rintracciati.

 

AUTO FANTASMA: CHI SONO I PRESTANOMI?

Viene naturalmente da domandarsi chi si farebbe carico di associare la propria identità a un’auto fantasma considerando i rischi che corre. Chi sono i prestanomi? Sono i fatti di cronaca a raccontarcelo. Questo è un fenomeno diffuso a macchia di leopardo in molte regioni d’Italia e ad abboccare all’amo dei malviventi sono soprattutto pregiudicati e nullatenenti, detenuti e senza fissa dimora, sia italiani e sia stranieri, fino ad arrivare ad anziani in cerca di un guadagno extra per rimpinguare assegni di pensione di modesto importo. Le cifre che circolano sono comunque piuttosto basse, circa 30 euro per ogni libretto di circolazione intestato. Da qui le proposte di maxi intestazioni per far aumentare la cifra complessiva. Altre volte a fare da prestanome sono invece società, anche fittizie.

QUALI SONO LE NORME SULLE AUTO FANTASMA

Per via della proliferazione del fenomeno delle auto fantasma, la legislazione italiana ha introdotto nuove e più stringenti disposizioni. A iniziare dall’articolo 94 bis del Codice della strada che vieta espressamente di intestare fittiziamente l’auto a un prestanome: la carta e il certificato di circolazione non possono essere rilasciati se “risultino situazioni di intestazione o cointestazione simulate o che eludano o pregiudichino l’accertamento del responsabile civile della circolazione di un veicolo”. La trasgressione comporta l’applicazione di una sanzione amministrativa da 544 a 2.174 euro, “anche a chi abbia la materiale disponibilità del veicolo al quale si riferisce l’operazione, nonché al soggetto proprietario dissimulato”. Altrettanto rilevante è il decreto legge 78 del 2009 nella parte in cui stabilisce l’obbligo per il Pubblico registro automobilistico di segnalare ogni 6 mesi i nomi di chi si è intestato almeno 10 auto. La comunicazione va inviata alla Guardia di finanza, all’Agenzia delle entrate e alle regioni. Se l’intestatario non è in regola scattano multe, radiazioni e confische con le auto che finiscono all’asta.


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