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Nella giornata di mercoledì, benché il abbia battuto nuovi massimi storici, abbiamo avuto una giornata poco movimentata. Durante la sessione notturna i listini asiatici si sono allontanati dai massimi delle ultime 5 settimane e tale movimento è imputabile – molto probabilmente – a dati statunitensi contrastanti. L’intepretazione dei dati macro economici, ormai è cosa nota, è volubile: talvolta vengono accolti con favore dati deboli in quanto suggeriscono che la politica monetaria espansiva delle Banche Centrali è destinata a proseguire (ciò che sta accadendo nell’ultimo anno e mezzo per intenderci). Talvolta è necessario osservare la situazione con gli occhi di un’economista, ovvero dati deboli sono negativi e ieri è successo questo.
Il rapporto ADP ha sorpreso in negativo, mostrandoci come il settore privato USA abbia creato solo 374K posti di lavoro ad agosto contro i 640K previsti. Secondo questa metrica, sarà necessario assumere altri 6 milioni di persone per tornare ai massimi di febbraio 2020. Tradotto in parole povere, ci vorrebbero altri 12 mesi al tasso medio di crescita registrato dall’inizio dell’anno (+480K mensili).
L’indice ISM manifatturiero è passato da 59,5 a 59,9, leggermente superiore alle attese. Ma all’interno dell’indice, la componente occupazionale è scesa al di sotto della linea di galleggiamento ovvero a 49, riflettendo la contrazione settoriale. Dati che potrebbero portare la FEDE a temporeggiare ancora un po’ prima di passare al tapering.
Anche le vendite di auto negli Stati Uniti sono scese a un tasso annuo di 13,1 milioni ad agosto rispetto ai 14,8 milioni di un mese prima. La causa principale è la mancanza di alcuni modelli a seguito della carenza nella fornitura di chip, che sta facendo salire il prezzo medio delle auto nuove del 16%. Inevitabilmente il prezzo più alto sta, come da manuale, riducendo la domanda.
Oggi varrà la pena tenere d’occhio i dati settimanali sulle richieste di sussidio di disoccupazione. I mercati sono in attesa di un graduale miglioramento delle cifre, una continuazione delle richieste di disoccupazione ai ritmi attuali o peggio ancora un aumento potrebbe aumentare i timori tra gli operatori di mercato, portando in tal modo a una vendita di dollari. Se ci saranno progressi sostanziali come accaduto un mese fa, probabilmente tornerà l’ottimismo anche in vista del rapporto sull’occupazione di domani.
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