I timori per l’inflazione e i discorsi della Fed hanno fatto crollare Wall Street

da Giuseppe
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Le azioni statunitensi sono scese giovedì

Ieri è stata una giornata negativa per Wall Street.

Tutti e tre i principali indici hanno registrato perdite.

L’S&P 500 ha chiuso a -1,38%, il ha chiuso la sessione di negoziazione a -1,78% e il a -1,26%.

Le ragioni alla base del movimento negativo sono che i dati economici sono ancora forti e i discorsi falco dei funzionari della Fed.

Il sentimento degli investitori rimane rialzista, come indicato nel grafico sottostante:

Indicatore di sentimento – Indice di paura e avidità

Il sentiment del mercato è a 69 nella modalità “avidità”, uguale al dato registrato ieri.

Indice dei prezzi alla produzione e dati sull’occupazione

L’indice dei prezzi alla produzione di gennaio è stato diffuso ieri dal Dipartimento del Lavoro.

Questo particolare indice è molto importante per capire il livello di inflazione, misura infatti la variazione del prezzo dei beni venduti dai produttori.

I dati mostrano un aumento mensile dello 0,7% rispetto allo 0,4% previsto.

Il tasso annuo PPI era al 6% a gennaio, mentre le aspettative erano al 5,4%, quindi i dati effettivi sono lontani dalle stime.

I timori per l’inflazione sono aumentati dopo i dati di ieri.

Giovedì è stata rilasciata anche la richiesta settimanale di disoccupazione iniziale che era di 194.000 contro i 200.000 previsti.

Il mercato del lavoro rimane molto forte anche dopo la politica monetaria restrittiva della Fed.

I commenti falco dei funzionari della Fed

Ieri hanno parlato due membri della banca centrale Usa.

Loretta Mester, presidente della Federal Reserve Bank di Cleveland, si è detta favorevole a un aumento dei tassi di interesse di 50 punti base alla prossima riunione della Fed a marzo.

Inoltre, James Bullard, che è il presidente della banca della Federal Reserve di St. Louis, ha dichiarato di non essere stato a favore di un aumento del tasso di un quarto di punto durante l’ultima riunione.
Era aperto a un aumento del tasso dello 0,5%.

Sulla base delle attuali condizioni economiche, dell’inflazione ostinata e dell’ultimo discorso ufficiale della Fed, la politica monetaria restrittiva attuata dalla Federal Reserve non è ancora giunta al termine e molto probabilmente ci saranno più rialzi del previsto.

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