Sciopero Ford, GM e Stellantis in USA: si fermano 150 mila operai?

da Giuseppe
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Tremano le Big Three di Detroit per la minaccia di sciopero dei 150 mila operai di Ford, GM e Stellantis negli USA. In ballo c’è il rinnovo del contratto

Ancora pochi giorni per scongiurare lo sciopero dei 150 mila operai delle Big Three di Detroit – Ford, General Motors e Stellantis (proprietaria del marchio Chrysler) – che porterebbe a conseguenze pesantissime sull’industria automobilistica americana, e a cascata sul mercato globale. In vista dell’imminente scadenza del contratto dei lavoratori del settore, il sindacato United Auto Workers (UAW) ha chiesto infatti un robusto ritocco prontamente respinto al mittente dai tre produttori, e attualmente i margini per una conclusione favorevole della trattativa sembrano davvero ridotti al lumicino.

SCIOPERO FORD, GM E STELLANTIS NEGLI USA: LE RICHIESTE DEI SINDACATI

Nello specifico l’UAW ha chiesto un aumento di stipendio del +46%, una settimana lavorativa fatta di 32 ore (con 40 ore retribuite) e il ripristino del sistema pensionistico tradizionale. Solamente Ford ha risposto con una controproposta che prevede un aumento salariale del +9% in quattro anni, giudicata offensiva dal sindacato, mentre GM e Stellantis non hanno fatto nessuna controfferta, limitandosi a commentare che le richieste del sindacato appaiono irrealistiche in un momento storico molto particolare per l’industria dell’auto, alle prese con la transizione verso l’elettrico.

Insomma, ognuno tira acqua al suo mulino. Solo che l’attuale contratto scade il prossimo 14 settembre e senza una risposta adeguata l’UAW è pronto a fermare a tempo indeterminato i 150 mila operai di Ford, General Motors e Stellantis. Un recente voto interno al sindacato ha autorizzato l’ipotesi dello sciopero con il 97% dei voti favorevoli.

SCIOPERO INDUSTRIA DELL’AUTO NEGLI USA: LE RAGIONI DEI DUE SCHIERAMENTI

Occorre dire che tutte le parti in causa hanno le loro brave ragioni. I lavoratori ricordano giustamente che rispetto all’ultimo contratto firmato quattro anni fa, linflazione è salita parecchio erodendo le retribuzioni reali. I produttori di automobili replicano sbandierando il calo dei profitti, causato dall’aumento dei prezzi dei veicoli (anche se in realtà molte analisi dicono il contrario). Le Big Three di Detroit hanno inoltre un ulteriore problema: i loro costi di manodopera sono decisamente più alti rispetto ai competitor non sindacalizzati, come Tesla o Toyota. E l’eventuale crescita degli stipendi non farebbe altro che aumentare questa forbice. Di recente il Wall Street Journal ha stimato che il costo totale del lavoratore medio di una fabbrica dove è presente il sindacato UAW è di 66 dollari l’ora, contro 55 di Toyota e 45 di Tesla (non consideriamo neanche Paesi come la Cina, oggi il maggiore produttore di automobili al mondo, dove non esistono né sindacati né tanto meno il diritto di sciopero).

Sciopero Ford, GM e Stellantis in USA

SCIOPERO AUTO USA: SI TEMONO DANNI PER 5,6 MILIARDI DI DOLLARI

Come detto inizialmente, l’eventuale sciopero di Ford, GM e Stellantis in USA avrebbe conseguenze molto gravi, proprio adesso che il settore si sta faticosamente riprendendo dalle macerie del Covid e dalla crisi dei microchip. Ma così si rischia di ripiombare al 2021. Un’analisi ha stabilito che soltanto 10 giorni di agitazione peserebbero sull’economia statunitense per circa 5,6 miliardi di dollari. 10 giorni sono però un’ipotesi ottimistica, considerando che quattro anni fa, per una vertenza simile, lo sciopero alla General Motors andò avanti per ben sei settimane. E quasi certamente ci saranno ripercussioni anche in Europa e in Italia.




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